5 Novembre 2024

Riconoscere un mobile antico per averne cura

comò anti

Nonostante la sempre maggiore invasione di mobili con montaggio fai-da-te dalle linee semplici ed essenziali, i mobili antichi restano tra i più amati e spesso si ritrovano anche in case moderne e tecnologiche, tra una lampadina a led ed un televisore a schermo ultrasottile. 

Chi ama l’antico, però, sa che non può utilizzare sulle vecchie cassettiere o cassapanche gli stessi prodotti che usa per la pulizia e la conservazione dei mobili moderni: i mobili antichi vanno trattati con cura e non basta un prodotto per il legno a mantenerli puliti e lucidi.

I tarli, la polvere e soprattutto l’età sono i peggiori nemici del legno vero, per cui, se vogliamo riportare ad antico splendore una cassapanca della nonna o una toilette con specchio incorniciato, dobbiamo pensare alla possibilità di rivolgerci ad un restauratore.

Perché i mobili antichi spesso sono dei piccoli capolavori di arte del legno e devono essere trattati con tutto il rispetto che si offre alle opere d’arte. 

Come avere cura, allora, dei nostri mobili antichi? Una delle prime regole è di collocare sempre il mobile in modo che non sia alla luce diretta del sole.

La luce solare, infatti, scolorisce sia il legno naturale che le vernici, per cui, a lungo andare, si verrebbero a creare delle macchie esteticamente poco attraenti.

Inoltre, gli sbalzi di temperatura portano anche alla deformazione del legno, cosa che si riscontra subito soprattutto nei cassetti che diventano difettosi e difficili da aprire e chiudere.

Le parti che però subiscono solitamente i maggiori danni, e che necessitano di grande cura, sono le superfici dorate.

Perdita di brillantezza, opacità e scrostamenti sono tra i problemi maggiori che si riscontrano sugli accessori dorati, più o meno grandi, che abbelliscono i mobili.

Come per il legno, anche le dorature possono essere riportate allo splendore passato grazie all’intervento mirato di uno specialista.

Un restauratore può operare sulle zone rovinate riconoscendo quale metodologia di doratura era stata applicata in orignie, riproponendola con le dovute attenzioni nelle zone più rovinate.

Le superfici dorate, infatti, non sono tutte uguali, essendovi differenti metodi di doratura (a foglia, in polvere, in conchiglia…) che portano a risultati differenti.

Per prima cosa, quindi, il restauratore esperto deve riconoscere non solo il tipo di doratura del mobile che ha davanti, ma anche se sul mobile siano state usate vernici, smalti o porporina.

Una volta compresa quale sia la situazione in superficie, si può iniziare il lavoro di ‘riparazione’ che è caratterizzato da una fase iniziale detta di pulitura e successivi passaggi che portano il mobile a nuova vita.

doraturaIn caso di superfici antiche, ma non troppo sporche, si può effettuare una pulitura leggera, a base di colla di pesce diluita con l’acqua.

Questa tecnica è l’unica consigliata in caso di argentatura a mecca, una copertura così sottile che facilmente viene rimossa se si usano metodi più aggressivi.

Oggetti particolarmente mal messi, necessitano invece di una pulitura a fondo, operazione che va fatta con molta attenzione perché può rovinare lo strato della doratura.

La pulitura a fondo si ottiene con solventi di vario tipo, come alcool, sverniciatori, acetone o altro, che vanno applicati in piccole quantità tramite batuffoli di ovatta o un pennellino.

Molti restauratori, pur di non rovinare le dorature originali, consigliano di non insistere troppo su un pezzo molto rovinato, perché in taluni casi, può essere meglio conservare la parte originale, anche se non completamente lucidata.

Naturalmente, è molto probabile che un mobile antico non debba solo essere pulito: spesso bisogna ripassare la doratura che può essere mancante in talune parti, oppure bisogna tappare i fori dei tarli, risaldare crepe o spaccature e così via. In questi casi va quindi preparata la base in gesso, per riportare omogeneità e levigatezza al mobile.

Dopo una successiva serie di operazioni tecniche, si procede all’applicazione della doratura, con foglia o tramite altri metodi.

Qualsiasi tecnica si usi, questa parte del lavoro è sicuramente quella più delicata, e che va effettuata con la massima cura.

Brunitura e patinatura completano l’opera di restauro della superficie dorata, dopodiché sta a noi a casa saper conservare al meglio il lavoro del restauratore. Come?

Innanzitutto posizionarlo in un posto che, come si diceva in apertura, non sia sotto la luce diretta del sole e non sia sottoposto a sbalzi termici continui.

Inoltre è bene spolverare regolarmente il mobile appena rientrato e lucidare sia il legno che le parti dorate con panni in pelle di daino o in lana ben asciutti.

La parte in legno, inoltre, può essere ‘nutrita’ con pasta a base di cere vergini, oppure con prodotti su cui sia specificato che possono essere utilizzati sui mobili antichi.